OKPEDIA TEBE

Battaglia di Mantinea

La pace del 366 a.C. cessano momentaneamente le ostilità tra le poleis greche ma questo non affievolisce i piani di conquista di Tebe che, negli anni immediatamente a venire, costruisce una flotta marittima e occupa Bisanzio. Nel 364 a.C. l'esercito tebano guidato da Pelopida invade e occupa la Tessaglia. Nella spedizione militare trova però la morte lo stesso Pelopida, uno dei principali autori dell'ascesa tebana. Il consolidamento dei territori settentrionali voluto da Epaminonda muta nuovamente i rapporti di forza tra Atene, Sparta e Tebe, a favore di quest'ultima. Alcune polis si staccano dall'orbita ateniese o spartana per passare dei tebani. Il complesso scacchiere greco si frammenta ulteriormente in territori orbitanti tra le sfere d'influenza tebane, ateniesi e spartane. La situazione precipita nel Peloponneso quando gli arcadi, alleati di Tebe, si scontrano con gli elidi, alleati di Sparta, per il controllo della regione meridionale dell'Elide. L'esercito tebano di Epaminonda scende in armi nel Peloponneso per sostenere gli alleati della lega arcadica. La stessa decisione viene presa dagli spartani che si schierano al fianco degli elidi. Le due forze in campo si scontrano nel 362 a.C. nella battaglia di Mantinea che segna la fine dell'egemonia tebana ma anche la sconfitta degli spartani. I tebani sconfiggono definitivamente gli spartani restando padroni del campo di battaglia. Tuttavia, nello scontro perisce il comandante tebano Epaminonda, lasciando la compagine tebana incapace di attribuirsi politicamente la vittoria ottenuta sul piano militare e, con la morte di Epaminonda e Pelopida, la potenza tebana si avvia verso una rapida dissoluzione e decadenza. Il breve periodo dell'egemonia di Tebe si conclude con la vittoria tebana nella battaglia di Mantinea, un paradosso che può essere spiegato soltanto da una crisi generalizzata del mondo greco. Dopo decenni di scontri le poleis greche escono ancora più indebolite e disgregate, diventando ben presto un territorio di conquista per gli invasori provenienti dall'esterno.

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