Vilfredo Pareto

Vilfredo ParetoVilfredo Pareto è un economista e sociologo italiano nato a Parigi nel 1848. Si laurea in ingegneria nel 1870 e inizia a lavorare in una società come dirigente. Oltrepassati i 40 anni, comincia a interessarsi di economia dopo l'incontro con l'economista Maffeo Pantaleoni. Collabora nel "Giornale degli economisti". Nel 1894 succede a Léon Walras alla cattedra di economia politica all'Università di Losanna. In questo periodo, Pareto formalizza la teoria dell'equilibrio economico generale di Walras. Grazie alla sua preparazione matematica, riesce a esporre la teoria con maggiore rigore e precisione, differenziando i termini astratti del problema economico dal sistema istituzionale in cui gli individui agiscono. Negli ultimi anni della sua vita, Pareto si dedica alla sociologia, che considera la base dell'economia. Muore a Ginevra nel 1923.

Il pensiero economico

Pareto affronta i problemi economici come se fossero dei problemi di fisica o di matematica.

Tuttavia, critica l'idea convenzionale di utilità come grandezza cardinale e misurabile, proponendo al suo posto un sistema di preferenze verificabile empiricamente e rappresentabili geometricamente tramite curve di indifferenza.

Secondo Pareto, l'utilità è una grandezza ordinabile e confrontabile ma non misurabile.

Pareto si sposta verso una visione ordinalista dell'utilità, suggerendo che ciò che è veramente importante non è la quantità esatta di utilità, ma piuttosto come le diverse opzioni sono ordinate in base alle preferenze di un individuo.

Questa critica al concetto tradizionale di utilità ha avuto un impatto significativo nel campo dell'economia. Per questa ragione Pareto è considerato il fondatore dello statuto ordinalista.

il pensiero economico di Pareto

Nel suo "manuale di economia politica" del 1906, Pareto enfatizza la necessità di concentrare l'indagine economica unicamente sui comportamenti razionali degli operatori economici.

Questa visione coinvolge un attore economico ideale, denominato "homo oeconomicus", che agisce al solo scopo di ottenere il massimo benessere possibile per se stesso.

Pareto ha anche contribuito alla teoria dell'equilibrio economico generale.

Tuttavia, il suo concetto più influente è forse quello di ottimo paretiano, un principio fondamentale dell'economia del benessere.

Secondo questo principio, un'allocazione di risorse è efficiente se non è possibile migliorare la situazione di un individuo senza peggiorare quella di un altro.

l'ottimo paretiano

Pareto si è distinto anche per la formulazione della legge della stabilità della distribuzione del reddito nel tempo, chiamata legge di Pareto.

Secondo la legge di Pareto, il reddito viene distribuito allo stesso modo in tutti i paesi e in qualsiasi epoca storica.

Si tratta di una legge empirica che lega il numero dei percettori del reddito al reddito stesso.

Dall'utilità cardinale all'utilità ordinale

L'utilità è al grado di soddisfazione che un individuo ottiene dal consumo di un bene o di un servizio.

Inizialmente, gli economisti neoclassici considerano l'utilità come una misura cardinale, cioè una quantità che può essere misurata in termini assoluti e confrontata tra individui o tra diverse combinazioni di beni.

Questa visione deriva dall'utilitarismo, la teoria che sostiene che l'azione migliore è quella che massimizza la felicità o il benessere per il maggior numero di persone.

Vilfredo Pareto si distacca da questa nozione di utilità, introducendo il concetto di "ofelimità" ( dal greco "benefico" ) che utilizza per rappresentare la capacità di un bene di soddisfare un desiderio o un bisogno, che non necessariamente è anche benefico per la società nel suo complesso.

Ofelimità e utilità ordinale

In questo modo Pareto distingue tra ciò che soddisfa i bisogni delle persone ("desiderabile") e ciò che beneficia l'intera collettività ("socialmente utile").

Ad esempio, una persona può desiderare di fumare una sigaretta (ofelimità) ma il suo gesto non è socialmente utile, se si considera il fumo passivo e il costo dei trattamenti sanitari per le malattie respiratorie. Allo stesso modo, una medicina dal sapore amaro è utile per una persona malata, ma di sicuro non gli procura ofelimità, in quanto preferirebbe non doverla prendere.

Va detto che Pareto considera l'ofelimità una quantità misurabile in senso cardinale a differenza dell'utilità. Tuttavia, non ritiene nemmeno necessario utilizzarla come tale. Nella sua teoria economia trova, invece, spazio il concetto di utilità ordinale.

Ciò che veramente conta per determinare i prezzi, secondo Pareto, è il fatto che l'utilità derivante da una scelta sia confrontabile con le altre. In modo tale da poter ordinare le preferenze. Non è importante che sia misurabile in modo cardinale.

Pertanto, Pareto utilizza un concetto di utilità ordinale, una visione secondo la quale l'utilità non viene misurata in termini assoluti, ma solo in termini di preferenze relative tra diverse scelte.

Questo cambiamento permette alla teoria economica di liberarsi degli aspetti "metafisici" come l'idea di felicità o di soddisfazione, e di concentrarsi invece su comportamenti osservabili e preferenze individuali.

L'efficienza paretiana

Il criterio proposto da Bentham per giudicare tra situazioni economiche alternative è basato sull'utilità cardinale, ovvero sulla massimizzazione della somma delle utilità individuali.

Tuttavia, l'abbandono dell'utilità cardinale, non consente più di fare confronti interpersonali di utilità, mettendo in discussione il modo in cui si valutano i diversi provvedimenti di politica economica.

Per risolvere il problema, al suo posto Pareto propone un nuovo criterio di efficienza economica, conosciuto come efficienza paretiana o ottimalità di Pareto.

l'ottimo di Pareto

Secondo questa visione, un'allocazione di risorse è efficiente (o "ottima") se non è possibile migliorare la situazione di un individuo senza peggiorare quella di un altro.

Questo criterio permette di valutare alternative sociali senza necessità di fare confronti interpersonali di utilità o benessere.

In altre parole, un'allocazione è "Pareto-ottimale" se non esiste un'alternativa in cui almeno un individuo è in una situazione migliore e nessuno è in una situazione peggiore.

Nota. Non esiste un unico ottimo sociale paretiano, poiché ci potrebbero essere molte distribuzioni delle risorse che soddisfano il criterio di Pareto. Questa molteplicità di ottimi può portare a un dibattito sulla migliore struttura del mercato, se quella concorrenziale o altre. A questo riguardo, Pareto dimostra la superiorità del mercato perfettamente concorrenziale sul monopolio, ma nei confronti di altre strutture di mercato il dibattito resta aperto.

Le opere di Pareto

Le principali opere di Vilfredo Pareto

  • "Corso di economia politica" (1897)
    Espone la teoria dell'equilibrio generale di Walras in termini matematici.
  • "Sistemi socialisti" (1902-1903)
    Critica i sistemi socialisti, pur preferendoli al liberismo puro.
  • "Manuale di economia politica" (1906)
    Nel manuale sottolinea l'esigenza di un'indagine economica basata esclusivamente sui comportamenti razionali di un ipotetico operatore economico ("homo oeconomicus") alla ricerca del massimo benessere.
  • "Trattato di sociologia generale" (1916)
    Approfondisce lo studio della componente irrazionale delle scelte umane, aggiungendo una nuova dimensione alla comprensione delle azioni umane nel contesto sociale ed economico.

https://www.okpedia.it/vilfredo-pareto


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