Latino volgare

Il latino volgare è l'insieme delle varianti della lingua latina parlate nelle popolazioni dell'Impero Romano. L'adozione del latino come lingua dotta nel medioevo impedì in Italia la nascita di una letteratura nazionale. Soltanto con il graduale passaggio al latino volgare, forma non colta del latino, prese origine la lingua italiana e la letteratura italiana. I più antichi documenti in latino volgare sono datati fra l'VIII e il IX secolo, si tratta del "Indovinello veronese" e dei "Placiti campani". I primi documenti letterari in latino volgare, di cui si abbia memoria scritta, sono invece datati a cavallo tra il XII e il XIII secolo. In questi secoli uno dei centri culturali più fiorenti era senza dubbio la Francia. A nord della Francia fiorì la letteratura in lingua d'oil, una letteratura epica e al romanzo cortese che vede nella Chanson de Roland l'opera più importante. A sud della Francia nacque la letteratura in lingua d'oc con una ricca produzione di poesie d'amore. L'influenza franco-provenzale ebbe una forte impronta anche sulla nascente letteratura italiana.

Differenze tra latino classico e latino volgare

La principale differenza del latino volgare rispetto al latino letterario è l'assenza di una codificazione della scrittura e una maggiore influenza dei substrati linguistici locali. Il latino volgare include le forme tipiche della lingua parlata. Per questo motivo fu più soggetto ad essere modificato dagli influssi di altre lingue e dialetti locali. Col passare dei secoli la lingua latina fu relegata agli ambienti accademici, rigorosamente utilizzata da una minoranza di persone dotte. Il latino volgare divenne invece la lingua parlata quotidianamente dal popolo (o volgo).

Origine del latino volgare

Il latino si presentò alle diverse popolazioni locali come una lingua franca ed internazionale, simile al ruolo svolto dall'inglese nella società contemporanea. In alcune province dell'impero romano il latino contribuì in modo determinante anche alla nascita delle lingue nazionali. In particolar modo questo accadde in Gallia, in Dacia e in Iberia. Nelle province non si parlava il latino classico ma un latino diverso da zona a zona, una lingua che progressivamente si adattava agli influssi fonetici e lessicali della lingua locale. La caduta dell'Impero Romano ed il crollo dei commerci a lunga distanza causarono il declino del latino classico ma non anche delle varie forme del latino volgare che, al contrario, si evolvero verso forme di lingua nazionale. Ciò non accadde ovunque. In alcune Province dell'impero romano, come le province greche e d'oriente, l'influenza del latino fu minima e talvolta inesistente. Le invasioni barbariche trasformarono il latino volgare in vere e proprie lingue nazionali, la cui evoluzione fu autonoma. A causa della sua origine parlata, ci restano pochi documenti scritti del latino volgare e della sua evoluzione nel corso dei secoli.

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