Knut Wicksell

WicksellKnut Wicksell è un filosofo ed economista svedese. È nato a Stoccolma nel 1851. Nel 1905 diventa professore di economia all'università di Lund. Pur essendo di idee liberiali ritiene necessaria una riforma nel settore della distribuzione della ricchezza dai ricchi ai poveri e una riforma dell'istruzione. A causa di queste sue posizioni di riformatore sociale, il suo ingresso nel mondo accademico avviene molto tardi e il suo contributo come riformatore viene riconosciuto a partire dagli anni '30, quando i suoi lavori sono tradotti e citati da R.Kahn e J.M.Keynes. E’ il fondatore della Scuola di Stoccolma in economia. Come filosofo si colloca nella tradizione del pensiero individualista e contrattualista. Muore a Stoccolma nel 1926.

Il pensiero economico

Wicksell è il primo economista a distinguere tra allocazione e distribuzione.

Secondo Wicksell, il mercato in regime di concorrenza perfette consente di raggiungere un'allocazione efficiente delle risorse, ma non ha alcun effetto sull'equa distribuzione del reddito.

Quindi, non porta necessariamente al massimo benessere sociale.

Wicksell sostiene l'intervento redistributivo

Per questa ragione Wicksell auspica un intervento pubblico redistributo a favore delle classi sociali meno agiate.

Nota. Wicksell è un liberale e rigetta il marxismo come strumento a difesa delle classi operaie. Tuttavia, non lesina critiche al capitalismo e alla concorrenza perfetta che giudica incapaci di garantire la giustizia sociale e l'equità. Secondo Wicksell, l'efficienza non è un obiettivo moralmente incontestabile.

Utilizza l'approccio marginalista per determinare i prezzi dei servizi pubblici e dei monopoli naturali in base al costo marginale.

Ha anche elaborato una spiegazione per il motivo per cui esiste un tasso di interesse positivo, basandosi sulla produttività marginale dell'attesa.

In ambito fiscale introduce il principio del beneficio. Secondo Wicksell, le imposte dovrebbero essere commisurate al beneficio che l'individuo trae dalla spesa pubblica.

La teoria del capitale e dell'interesse

Wicksell ha realizzato un importante lavoro di sintesi tra diverse teorie economiche, cercando di fondere l'analisi di Böhm-Bawerk sul capitale e l'interesse con il modello di equilibrio economico generale di Walras.

Nella sua teoria del capitale e dell'interesse, Wicksell spiega l'interesse come la produttività marginale dell'attesa e il capitale come la struttura temporale delle risorse nei processi produttivi.

Secondo Wicksell, la fluttuazione dei prezzi è dovuta agli scostamenti tra il tasso di interesse di mercato (bancario) e il tasso di interesse reale, dove quest'ultimo è definito come il tasso di rendimento atteso sul capitale.

Esempio. Supponiamo che in un'economia il tasso di interesse reale, ovvero il rendimento atteso sul capitale, sia del 5%. Questo significa che gli investitori si aspettano che il loro capitale generi un rendimento del 5% all'anno. Ora, ipotizziamo che il tasso di interesse di mercato (bancario), ovvero il tasso al quale le banche concedono prestiti, sia del 3%. In questa situazione, gli investitori vedono un'opportunità di profitto, perché possono prendere in prestito denaro dalle banche al tasso del 3% e investirlo in progetti che generano un rendimento del 5%. In altre parole, gli investitori possono guadagnare la differenza tra il tasso di interesse reale e il tasso di interesse di mercato, ovvero il 2%. Quando molti investitori iniziano a sfruttare questa opportunità di profitto, la domanda di prestiti aumenta, così come gli investimenti in progetti. Questo porta ad un aumento della domanda di beni e servizi, il che a sua volta fa aumentare i prezzi. Le banche, vedendo che l'inflazione sta aumentando, possono decidere di aumentare il tasso di interesse di mercato per frenare l'inflazione e l'eccesso di investimenti. Se il tasso di interesse di mercato sale, ad esempio, al 6%, gli investitori non avranno più lo stesso incentivo a prendere in prestito denaro per investirlo, poiché il costo del prestito (6%) supera ora il rendimento atteso sul capitale (5%). Di conseguenza, gli investimenti diminuiscono, la domanda di beni e servizi cala e i prezzi si riducono e l'economia tende a contrarsi.

Pertanto, secondo Wicksell è la quantità di moneta ad adattarsi ai movimenti dei prezzi e non il contrario, in netta contrapposizione con la teoria quantitativa della moneta.

A loro volta le variazioni della quantità di moneta influenzano la distribuzione del reddito, il risparmio e l'investimento.

la teoria della moneta di Wicksell

Di conseguenza, per avere la stabilità dei prezzi Wicksell auspica l'uguaglianza tra il tasso di interesse di mercato e il tasso di interesse reale e l'uguaglianza tra la domanda di investimento (credito) e l'offerta di risparmio delle famiglie e delle imprese.

In questo modo, il tasso di interesse ha un effetto neutrale sul prezzo.

Nota. Wicksell critica la "Legge di Say" secondo la quale l'offerta di moneta crea la domanda. Al contrario, un disequilibrio tra domanda e offerta di moneta, secondo Wicksell, è la causa dei processi di inflazione e deflazione dei prezzi nell'economia.

La teoria monetaria

Wicksell è un pioniere nell'utilizzo dell'approccio domanda e offerta aggregate. Secondo Wicksell, la quantità di moneta si adatta ai movimenti del livello dei prezzi e può influenzare la distribuzione del reddito e le tendenze al risparmio e all'investimento.

Wicksell evidenzia il legame tra le variazioni della quantità di moneta, incluso il credito bancario, e le decisioni di produzione degli imprenditori.

Ipotizza che le fluttuazioni del livello dei prezzi siano causate da una persistente divergenza tra il tasso d'interesse bancario (o di mercato) e il tasso reale, o "naturale", quest'ultimo essendo il tasso di rendimento atteso sui beni capitali di nuova produzione.

Per raggiungere l'equilibrio monetario, secondo Wicksell, devono essere soddisfatte tre condizioni:

  • uguaglianza tra il tasso d'interesse bancario e il tasso naturale
  • uguaglianza tra l'offerta di risparmio e la domanda di prestiti per investimenti
  • la stabilità del livello dei prezzi.

Wicksell sostiene che le banche potrebbero contribuire all'equilibrio aumentando il tasso d'interesse durante i periodi di inflazione e diminuendolo durante i periodi di deflazione.

Nota. Le sue idee e teorie hanno ricevuto molta attenzione negli anni '20 e '30 del XX secolo da parte di altri economisti come Lindahl, Myrdal e Ohlin. Questa linea del pensiero economico è detta scuola svedese (o di Stoccolma).

Inoltre, secondo Wicksell, la divergenza tra i due tassi d'interesse genera effetti solo sul livello dei prezzi, senza modificare i prezzi relativi e non ha effetti significativi sull'accumulazione del capitale.

Pertanto, gli eventuali effetti del tasso d'interesse monetario sulle tecniche di produzione sono minimi e il tasso di interesse naturale (rendimento) può essere considerato come una grandezza costante durante il processo produttivo.

La teoria della finanza pubblica e della tassazione ottimale

Wicksell applica il concetto di utilità marginale anche al settore pubblico dell'economia, proponendo il principio del beneficio e della capacità contributiva come base per la tassazione.

Nota. Wicksell non affronta il problema del "free-riding", ovvero il fatto che ogni individuo potrebbe essere incentivato a non riconoscere alcun beneficio dal bene pubblico per evitare di contribuire al suo finanziamento.

Inoltre, suggerisce di determinare i prezzi dei servizi delle imprese pubbliche basandosi sul costo marginale.

Wicksell e la finanza pubblica

La produzione di un bene pubblico dovrebbe essere spinta fino a quando il costo marginale è uguale alla somma dei tassi marginali di sostituzione tra il bene pubblico e i beni privati per tutti gli individui interessati al bene pubblico.

Le sue opere

Le principali opere di Wicksell

  • Valore, capitale e rendita (1893)
    In quest'opera integra la teoria dell'utilità e della produttività marginale di Jevons, Menger e Marshall con la teoria dell'equilibrio economico generale di Walras e la teoria del capitale di Bohm-Bawerk. Wicksell lega le remunerazioni dei fattori produttivi (terra, lavoro e capitale) ai loro prodotti marginali.
  • Interesse e prezzi (1898 o 1908)
    Elabora una teoria della moneta basata sulla domanda e sull'offerta, in cui il valore della moneta dipende dalla relazione tra investimento e investimento. Vede nella divergenza tra il tasso di interesse e il saggio monetario la causa dell'instabilità dei prezzi.
  • Lezioni di economia politica (1901-1906)
    Wicksell riconosce il grande debito intellettuale nei confronti della scuola austriaca di economia e ha ammira il lavoro di Menger. Nel primo volume delle sue lezioni, Wicksell riformula la teoria del capitale e dell'interesse di Böhm-Bawerk con l'approccio marginalista, proponendo una teoria del capitale che si basa sulla struttura temporale degli input utilizzati nel processo produttivo. Infine, cerca di sviluppare una teoria che spiega come la struttura temporale della produzione cambia con variazioni del salario e del tasso di interesse. Rigetta la quantificazione del capitale sostituendola con una struttura temporale degli input impiegati nel processo produttivo. Realizza una sintesi della teoria neoclassica sullo scambio, la produzione e la distribuzione.

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  1. La scuola neoclassica
  2. La rivoluzione marginalista
  3. L'individualismo metodologico

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