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Democrazia ateniese e la riforma di Clistene

Nel 510 a.C. Atene introduce un innovativo sistema politico basato sulla partecipazione di tutti alla gestione degli affari pubblici: la democrazia. La paternità della soluzione è storicamente attribuita ad un arconte, Clistene, che prosegue e completa il lavoro compiuto quasi un secolo prima da Solone. Con la riforma di Clistene la popolazione viene suddivisa in base al territorio. Le circoscrizioni amministrative sul territorio (demi) sono poste sotto il potere di un capo (demarco). I demi sono raggruppati in trittie ed infine queste ultime compongono le tribù. Il governo resta nella mani di nove arconti, questi sono però nominati per sorteggio da una lista di candidati preparata dai demi. Le tribù hanno anche il compito di nominare cinquanta rappresentanti per formare un organo collegiale (bulé) con funzioni di controllo sulle attività del governo. L'esercito è posto sotto il controllo di uno 'stratego', anch'esso nominato dalle tribù. L'incarico di stratega è l'unico a non essere affidato tramite il criterio del sorteggio. Pur essendo scelto dalle tribù lo stratega deve vantare una comprovata esperienza. I cittadini della polis hanno la facoltà di riunirsi in assemblee (ecclesia) per discutere ogni argomento di interesse pubblico ed il potere di sentenziare l'esilio un singolo cittadino tramite l'istituto dell'ostracismo.

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