La società nell'Antico Egitto
Nella società egiziana il faraone era al vertice della struttura sociale ed esercitava il potere assoluto sui propri sudditi come una vera e propria divinità religiosa. Sotto il faraone si estendeva una struttura piramidale sociale, stratificata in rigide classi e caste. La classe sacerdotale era tra tutte quella più potente grazie alla loro vicinanza al faraone. Erano gli unici a essere autorizzati a conferire in privato con la divinità-faraone e quindi gli unici in grado di influenzare le sue decisioni. Sotto gli ordini della classe sacerdotale erano collocati i funzionari del regno. Non esistendo alcuna proprietà privata migliaia di funzionari pubblici erano incaricati alla raccolta della produzione agricola nei grandi granai del regno di Egitto e alla redistribuzione alla popolazione. Una macchina amministrativa imponente che rese necessaria e fondamentale la capacità di archiviare e inventariare ogni piccolo movimento in entrata e in uscita dai magazzini del regno. In quest'ultima funzione ebbero grande importanza gli 'scribi', funzionari pubblici adibiti alla scrittura geroglifica e al calcolo. L'esercito aveva minore importanza ed era subordinato ai funzionari e alla classe sacerdotale. Era formato perloppiù da mercenari, senza alcun ruolo politico all'interno della società egiziana. L'Egitto godeva della protezione naturale del mare e del deserto, non aveva quindi bisogno di eccelse strategie militari per difendere i propri confini. Agli ultimi strati sociali si trovava la popolazione agricola e infine gli schiavi. I contadini erano obbligati a consegnare l'intero raccolto ai granai del regno e prestare lavoro gratuito nella costruzione delle opere pubbliche. In cambio, il regno garantiva loro un livello di sussistenza minimo per vivere. All'ultimo gradino della società egiziana si trovavano gli schiavi, prigionieri di guerra condannati ai lavori più faticosi nelle cave, nelle miniere o nella costruzione delle opere civili.
Il commercio nell'antico Egitto
La società egiziana era costruita sulla immensa fertilità dei territori lungo il Nilo. Non esisteva alcun motivo per stringere relazioni con i popoli all'esterno dei propri confini. Il commercio con l'estero era facoltà esclusiva del faraone che la utilizzava essenzialmente per importare beni di lusso o materie prime strategiche (es. rame). All'interno del regno era invece consentito il libero commercio tra mercanti. La proprietà privata era limitata al possesso di qualche capo di bestiame, un aspetto che limitò le possibilità di arricchimento da parte della popolazione agricola e urbana, e pose tutti gli egiziani in una posizione di dipendenza e di subordinazione al potere centrale del faraone.