Il Seicento e il Barocco
Nel Seicento, in Italia, la corte diventa la vera amministrazione burocratica statale, mentre nel resto d'Europa si rafforzavano gli stati assoluti e centralizzati. Il cortigiano intraprenderà, dunque, uffici di segreteria per il principe, ambendo ad ottenere nient'altro che la sua protezione. E' il momento di massima affermazione della lettteratura encomiastica, il cui unico scopo sarà quello di accaparrarsi la benevolenza del principe. Lo stile Barocco trionfa nell'arte e nella produzione letteraria. Il termine “barocco” trae la sua probabile origine dal portoghese “barroco” che equivale a “perla irregolare”, o da “baroco” corrispondente in filosofia ad un ragionamento sillogistico debole. In seguito, nel 700, tale termine verrà connotato di negatività, con la tendenza ad evidenziare di tale stile la bizzarria, l'irregolarità quanto la superficialità e la sua intrinseca debolezza. Abbandonate armonia, classicismo, regolarismo e ortodossia rinascimentali, iniziano a trionfare l'eccezione, l'anomalia e alla verosimiglianza si preferirà la finzione. “E' del poeta il fin la meraviglia” sentenzia Marino, gli fa eco il Tassoni ribadendo il diritto dovere del poeta all'innovazione. Il Barocco segna dunque il primato della tecnica sul contenuto, una tecnica stilistica tutta improntata alla ricerca della somiglianza nascosta tra le cose, all'analogia e alla metafora, all'allegoria e ai preziosismi che inducono il poeta ad intuire il senso profondo delle cose, altrimenti inafferrabile sensorialmente o razionalmente. Di qui la tanto celebrata acutezza d'ingegno di questi artisti dell'artificio, degli enigmi e dei concettismi. La metafora viene intesa come il velo attraverso cui traspare il vero. Altri punti fermi della poetica barocca, ribelle ma mai rivoluzionaria, saranno la dissacrazione, la contaminazione tra alto e basso, la parodia del poema eroico, il sovvertimento delle regole, la dilatazione di ogni espediente tecnico, comprese le digressioni, la riutillizzazione del materiale passato, fino a sfiorare il plagio.