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Rel Nofollow

Il rel nofollow è un attributo del tag <A> del linguaggio HTML che consente di definire la natura di un collegamento ipertestuale ( link ) in uscita verso una risorsa esterna al sito web. L'attributo nofollow indica ai motori di ricerca di non considerare / seguire i link esterni e di non attribuire il rank della link popularity alle risorse esterne. L'attributo viene introdotto nel gennaio 2005 dai search engine Google, Yahoo! e Microsoft per distinguere i link naturali da quelli non naturali ( link artificiali ). La sintassi è simile a quella degli altri attributi del tag Html. Nel seguente esempio è rappresentato un esempio di tag <A> con l'attributo rel=nofollow.

<A HREF= ''> click here </A>
<A HREF= '' rel='nofollow'> click here </A>

La diffusione della blogsfera, delle lin building e dello spam link spinge i motori di ricerca a definire un attributo per distinguere i link naturali dai link artificiali e dai link spam. L'attributo rel=nofollow viene introdotto dai motori di ricerca per distinguere i link naturali, inseriti dai webmaster sulle proprie pagine per fornire un valore aggiunto all'utente, dai link aventi altre finalità ( link non naturali o artificiali ). Dal punto di vista tecnico i collegamenti ipertestuali naturali e artificiali sono identici, questo rende difficoltoso per i search engine l'analisi del link come segnale di ranking nel calcolo della link popularity. L'introduzione dell'attributo rel=nofollow consente al webmaster e al blogger di indicare i collegamenti ipertestuali non naturali.

un esempio di rel nofollow

L'uso dell'attributo rel nofollow inizia a diffondersi dal 2005-2006 ed è ufficializzato dal World Wide Web Consortium ( W3C ) nel 2010 in occasione della scrittura delle specifiche standard del linguaggio HTML5, la quinta versione ufficiale del linguaggio HyperText Markup Language ( HTML ). Le finalità di utilizzo del rel=nofollow decise in fase di standardizzazione dal W3C sono però leggermente più ampie rispetto a quelle iniziali dei search engine. Inizialmente, nelle linee guida condivise del 2008, i search engine intendono applicare il rel nofollow nei casi in cui il webmaster ( autore o editore ) non ha un controllo sul link. Nella standardizzazione W3C del 2010 sono incluse nel rel=nofollow molte più casistiche, spesso molto differenti tra loro, generando anche confusione e difficoltà di interpretazione. Nello standard W3C i principali casi in cui si richiede l'uso dell'attributo nofollow sono i seguenti:

  • Link artificiali. A differenza dei link naturali, i link artificiali sono inseriti al solo scopo di aumentare la link popularity della risorsa linkata. Sono al centro delle attività SEO di link building e della pubblicità online ( link sponsorizzato ). Possono presentarsi come link a pagamento o meno. In entrambi i casi, sono inseriti nelle pagine di origine pensando ai benefici della risorsa linkata in termini di link popularity, e non al valore aggiunto per l'utente.
    • Link a pagamento. Sono collegamenti ipertestuali ( link ) pubblicati in una campagna pubblicitaria testuale o, in ogni caso, in seguito a un accordo commerciale tra il soggetto linkante e quello linkato ( pubblicità online, affiliazione, ecc. ). Lo sponsor paga il webmaster per l'inserimento del messaggio pubblicitario e del link, senza passare per un ad-server. I link sponsorizzati apportano un vantaggio non naturale alle risorse linkate anche se hanno come obiettivo la visibilità del messaggio pubblicitario. I link a pagamento sono anche alla base delle link building delle attività SEO, in cui l'accordo si basa esplicitamente sul vantaggio di posizionamento apportato alla risorsa linkata.
    • Link building artificiali. Sono collegamenti ipertestuali inseriti da due o più webmaster ( editori ) per linkarsi reciprocamente le risorse, al solo scopo di migliorare il posizionamento su alcune parole chiave ( keyword ). Pur non esistendo un accordo commerciale, sono comunque link artificiali in quanto rappresentano un do ut des ( scambio ) tra linkante e linkato. Fanno parte delle link building artificiali lo scambio link, le triangolazioni o ruote di link, la consegna di un omaggio al sito linkante o altro.
  • Link di scarsa qualità. Sono link di scarsa qualità quelli che non apportano un valore aggiunto all'utente finle. Ad esempio, i collegamenti ipertestuali contenuti nell'article marketing, nei comunicati stampa e publiredazionali con parole di ancoraggio ottimizzate. Generalmente, un editore li pubblica sul proprio sito web facendo copia e incolla sia del testo che dei collegamenti ipertestuali. Aggiungendo il rel=nofollow è possibile riconoscere la loro natura e distinguerli dagli altri link naturali del sito. In tal modo, inoltre, l'editore si mette al riparo dal rischio delle penalizzazioni previste dai search engine per i link in uscita verso link di scarsa qualità.
  • Link di widget e infografiche. Alcuni tool integrano la visualizzazione di collegamenti ipertestuali attivi al loro interno. I widget sono tool gratuiti che forniscono un valore informativo al sito che li integra ( ad. esempio, il meteo del giorno). Spesso i widget integrano anche dei link al sito web del servizio, conferendogli link popularity. Lo stesso fenomeno si verifica nelle infografiche. L'introduzione dell'attributo rel=nofollow consente al webmaster di segnalare la natura artificiale di questi link in uscita, in modo da poterli distinguere dagli altri link naturali.
  • Spam link. Lo spam link ha diverse origini e contribuisce a inquinare le pagine dei risultati ( SERP ) dei motori di ricerca. Si verifica soprattutto nei commenti dei posto e nei forum senza moderazione. Si tratta di collegamenti ipertestuali di scarso valore, inseriti dagli utenti nel testo o come firma dei loro commenti. Lo spam link sui commenti e nei forum può essere generato anche dall'azione automatica di algoritmi spam-bot. L'attribuzione automatica del rel nofollow nei link contenuti nei commenti degli utenti consente al webmaster di indicare al search engine la sua mancanza di controllo sui collegamenti ipertestuali ed evitare le penalizzazioni per link in uscita vero risorse di scarso valore o spam.

Troppe finalità per un unico attributo. Il W3C accomuna i link non controllati dall'editore ( webmaster ) con quelli a pagamento o, comunque, retti da un accordo di scambio tra linkante e linkato. Queste due fattispecie sono notevolmente diverse tra loro e la presenza del rel nofollow non aiuta il search engine a comprendere di quale si tratti.

L'interpretazione del nofollow da parte dei search engine. L'attributo rel nofollow è interpretato in modo diverso dai search engine. I motori di ricerca considerano l'attributo nofollow soltanto come un'indicazione e possono seguire ( follow ) i collegamenti ipertestuali e, in alcuni casi, anche archiviare e attribuire la link popularity alla pagina di destinazione. Ogni motore di ricerca valuta il rel=nofollow sulla base delle proprie direttive e regole algoritmiche.

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