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Seconda guerra punica

Nella seconda guerra punica i romani e i cartaginesi tornano a scontrarsi a seguito della decisione del generale cartaginese Annibale di attaccare la città di Sagunto in Spagna. Dopo aver perso le isole del Mediterraneo con la fine della prima guerra punica, i cartaginesi concentrano le proprie forze sulla penisola iberica, in gran parte conquistata tra il 237 e il 218 a.C. dall'esercito cartaginese guidato da Amilcare Barca e da suo figlio Annibale Barca. Nel 218 a.C. l'espansionismo cartaginese in Spagna torna a scontrarsi con gli interessi territoriali di Roma. La seconda guerra punica volge inizialmente a favore dei cartaginesi. Senza attendere l'arrivo dei romani in Spagna, il generale Annibale attraversa le Alpi con l'esercito cartaginese per portare la guerra nella penisola italica. Annibale invade l'Italia via terra e sconfigge in battaglia i romani nella battaglia del Ticino (218 a.C.), nella battaglia di Trasimeno (217 a.C.) e soprattutto nella battaglia di Canne (216 a.C.). Nonostante le dure sconfitte e la presenza dei cartaginesi in Italia, Roma non si arrende e inizia una politica di attesa. I romani evitano un nuovo scontro diretto con l'esercito cartaginese, obbligando Annibale ad occupare i territori della federazione romana in attesa della capitolazione di Roma. La federazione romana in Italia non si spacca, al contrario l'occupazione provoca il malcontento crescente delle popolazioni italiche. Nel frattempo l'esercito romano inviato in Spagna alla guida di Publio e Gneo Scipione evita il ricongiungimento delle forze militari cartaginesi in Spagna con quelle di Annibale in Italia. Nel 207 a.C. l'esercito cartaginese proveniente dalla Spagna riesce ad entrare in Italia alla guida di Asdrubale, fratello di Annibale, ma viene sconfitto dai romani nella battaglia di Metauro. La guerra inizia a volgere a favore dei romani. L'esercito romano in Spagna sotto la guida di Publio Cornelio Scipione ottiene una importante vittoria nella battaglia di Ilipia. Invece di tornare in Italia il generale romano opta per l'invasione del Nord Africa dove nel 202 a.C. sconfigge i cartaginesi nella battaglia di Zama. La vittoria segna la fine della seconda guerra punica e lo stesso generale romano viene ribattezzato con il nome di Scipione l'africano. Cartagine è nuovamente costretta alla resa e il generale Annibale deve abbandonare l'Italia. Per la seconda volta i romani sconfiggono Cartagine nelle guerre puniche espandendo il proprio controllo su gran parte dei territori europei dei cartaginesi. Oltre a perdere i suoi territori europei i cartaginesi sono condannati al pagamento di un'elevata indennità di guerra a favore dei romani.

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