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Il Circo Massimo ( Roma )

C’è un un luogo a Roma in cui, al posto del monumento o del rudere archeologico, troviamo soltanto un fossato oblungo, ricoperto da un prato verde, nel quale oggi i romani sono soliti fare footing o portarvi a spasso i cani: ebbene questo spazio vuoto non è altro che la forma, “il calco” di quello che fu un tempo il Circo Massimo. Il “miracolo” del Circo Massimo è di costituire anch’esso un’attrattiva turistica proprio in quanto Roma ne ha preservato lo spazio, l’area su cui sorgeva una delle più lunghe arene della sua storia. L'enorme forma ellittica del Circo Massimo si estende nella valle Murcia, tra il colle Palatino ed il colle Aventino. Fin dai primi secoli di Roma, la valle venne bonificata dalle originarie paludi e adibita ai giochi del circo, in particolare alle corse di cavalli. Qui sarebbe avvenuto il celebre ratto delle Sabine ed ancora, in questo sito, il re etrusco Tarquinio Prisco organizzò i primi giochi dei Ludi Magni, dedicati a Giove Capitolino. Il Circo Massimo ha dimensioni colossali, 600 metri di lunghezza per 200 di larghezza e poteva contenere anche 320.000 spettatori.

Augusto ne fece uno spettacolare centro d’attrazione inaugurandovi, con musica e spettacoli, le gare con le bighe e le quadrighe, le gare con gli elefanti, che comportavano peraltro un serio rischio anche per gli spettatori e diversivi, quali giochi a premi, grazie a cui il fortunato spettatore poteva vincere addirittura delle ville o una nave. Anche con questi espedienti si placavano i malcontenti popolari. Come accadeva allo spettatore del Colosseo, anche chi frequentava il Circo Massimo poteva assistere alle naumachie, ovvero a battaglie navali simulate che si svolgevano grazie ad un sistema di condutture che rendeva possibile il confluire dell’acqua del Tevere nell’arena. Il Circo fu abbellito da Augusto con l’obelisco di Ramses II, trafugato dall’Egitto, che oggi si può ammirare a Piazza del Popolo. Un altro obelisco e degli archi, dei delfini in pietra e altri ornamenti vennero allestiti lungo la cosiddetta “spina” centrale, intorno a cui le quadrighe dovevano compiere sette giri completi. Passeggiando nel verde alveo in cui sorgeva il Circo Massimo, si può ancora notare la forma della struttura originaria, a tre piani, di cui rimane soltanto qualche rovina. Ed è proprio su queste isolate rovine del Circo che sorge una torre medioevale del XII secolo, la Torre della Moletta. Roma continua a rivivere sulla forma e sulle rovine delle epoche precedenti, riadeguando il passato al presente, in continuazione. Basti pensare alla attuale funzione di questo famoso spazio verde, adibito di recente, in occasione della Notte Bianca 2007, a teatro di uno splendido tappeto di decine di sfere luminose cangianti che creavano un’atmosfera del tutto surreale. Lo stesso spazio aperto è stato spesso luogo d’appuntamento e platea per migliaia di giovani in occasione di concerti musicali, feste, spettacoli. 30 settembre 2007

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