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Riforma pensioni 2012 decreto Monti

La riforma delle pensioni del decreto Monti consiste nel completamento della riforma previdenziale mediante l’estensione a tutti del metodo contributivo per il calcolo delle pensioni per le anzianità future a partire dal primo gennaio 2012. Nella riforma al sistema pensionistico viene modificata la flessibilità per l’età di pensionamento, che viene elevata a 62 anni per le donne con una fascia di uscita flessibile incentivata fino a 70 anni, per gli uomini la fascia di flessibilità è tra 66 e 70 anni. L'equiparazione delle regole per le lavoratrici del settore privato è prevista nel 2018. A causa dell'attuale crisi economico-finanziaria l’indicizzazione delle pensioni all'inflazione è garantita in modo pieno soltanto per le pensioni minime e in modo parziale per le pensioni fino a due volte il minimo (aggioramento 05 / 12 / 2011). Elenchiamo qui di seguito i principali punti del decreto al momento della sua prima presentazione:

  • Dal 1° gennaio 2012 viene introdotto il metodo contributivo di calcolo delle pensioni per tutti i lavoratori, secondo il meccanismo pro rata.
  • Sono abolite le finestre di uscita e le quote introdotte nelle precedenti riforme previdenziali.
  • L'età di pensionamento viene alzata a 62 anni per le donne lavoratrici dipendenti del settore privato (63 anni e sei mesi per le donne autonome). Entro il 2018 l'età di pensionamento delle donne sarà equiparata agli uomini.
  • Da 62 a 70 anni viene introdotto il pensionamento flessibile tramite l'applicazione dei coefficienti di trasformazione calcolati fino a 70 anni. Per i lavoratori e per le lavoratrici dipendenti pubbliche, la fascia di flessibilità è compresa tra 66 anni, età minima oggi prevista per il pensionamento di vecchiaia, e 70 anni.
  • Permane il requisito minimo dell'anzianità contributiva di 20 anni come già previsto nel precedente ordinamento della pensione di vecchiaia.
  • L'accesso anticipato al trattamento pensionistico ( pensione anticipata ) è consentito con un'anzianità di 42 anni e un mese per gli uomini e di 41 anni e un mese per le donne. Sono applicate delle penalizzazioni percentuali sulla quota retributiva della pensione, pari al 2% per ogni anno di anticipo rispetto a 62 anni, al fine di disincentivare il pensionamento anticipato rispetto alla pensione di vecchiaia.
  • La riforma prevede un aumento graduale delle aliquote contributive dei lavoratori autonomi artigiani, dei lavoratori autonomi agricoli e commercianti fino al 22% entro il 2018.
  • Le Casse Professionali continueranno ad operare in regime di autonomia ma dovranno adottare dei provvedimenti funzionali di riequilibrio dei conti nel medio-lungo periodo, in assenza dei quali anche essere dovranno convergere all'adozione del metodo contributivo entro il primo gennaio 2012.
  • Sono soppressi gli enti previdenziali e pensionistici INPDAP ed ENPALS le cui funzioni sono attribuite all'INPS allo scopo di armonizzare l'applicazione del metodo contributivo e di ottimizzare l'azione amministrativa.
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