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Primo Triumvirato

Il Primo Triumvirato è un accordo personale tra i principali protagonisti della vita politica romana dell'età tardo-repubblicana. Dopo l'ascesa di Pompeo il senato teme una nuova deriva politica assolutista ma lo stesso Pompeo, una volta sbarcato in Italia, scioglie l'esercito e rinuncia a instaurare una dittatura nonostante goda di una notorietà e popolarità senza paragoni. Pompeo si presenta a Roma con una piccola scorta, si spoglia della sua autorità e consegna nelle mani del senato romano le sue conquiste in Oriente nel pieno rispetto delle istituzioni repubblicane. Tuttavia, la reazione del senato non gli è favorevole. Pur riconoscendogli gli onori del trionfo, il senato romano contesta l'ordinamento politico-amministrativo instaurato da Pompeo in Oriente e non accoglie la sua richiesta di distribuzione delle terre ai soldati veterani. Roma vive un periodo di forte instabilità politica e il rischio di una nuova guerra civile è sempre alle porte. Nel 63 a.C. il sillano Lucio Sergio Catilina ordisce una congiura ( congiura di Catilina ) ma viene scoperto e smascherato al senato dalle orazioni di Cicerone. Oltre a Pompeo il panorama politico romano è caratterizzato dalla presenza da Crasso e dall'emergente Gaio Giulio Cesare, un aristocratico appoggiato dal partito popolare che vanta legami di parentela anche con lo stesso ex-console Mario.

Accordo tra Pompeo, Crasso e Giulio Cesare. In questo scenario politico complesso nel 60 a.C. Pompeo, Crasso e Giulio Cesare sottoscrivono un accordo privato e segreto, all'insaputa del senato romano, di reciproco aiuto. Questo accordo è conosciuto dagli storici come Primo Triumvirato. I tre triumviri sono accomunati da attriti con il senato e sperano di conseguire i propri fini unendo le forze. Nel 59 a.C. Giulio Cesare consegue il suo primo consolato grazie all'appoggio dei cavalieri di Crasso e dei veterani di Pompeo. Pompeo ottiene la ratifica del suo ordinamento politico in Oriente e la distribuzione delle terre ai soldati veterani, mentre Crasso beneficia di ulteriori agevolazioni economiche per la classe equestre nelle province romane. Al termine dell'anno di consolato Giulio Cesare si aggiudica nel 58 a.C. il governo della Gallia Cisalpina e della Gallia Narbonese per cinque anni. Il triumvirato viene rinnovato nel 56 a.C. in un incontro tra i tre a Lucca. Nella seconda fase del triumvirato Giulio Cesare ottiene il prolungamento del suo potere proconsolare in Gallia per altri cinque anni, Pompeo e Crasso sono nuovamente eletti consoli (55 a.C.) e ottengono rispettivamente la guida delle campagne militari in Siria e in Spagna. In conclusione, grazie al triumvirato Giulio Cesare, Pompeo e Crasso raggiungono tutti i propri obiettivi personali senza dover scendere in armi contro il senato romano e nel pieno rispetto delle istituzioni repubblicane.

Fine del Triumvirato. Una volta sconfitta la nobilitas senatoria i tre triumviri entrano in diretta competizione politica tra loro. Nel 53 a.C. Crasso viene ucciso dai parti dopo la disastrosa sconfitta nella battaglia di Carre. La scomparsa di Crasso decreta la fine del triumvirato e modifica radicalmente anche l'equilibrio diplomatico tra Pompeo e Cesare. Preoccupato dei successi militari di Cesare in Gallia ( v. conquista della Gallia ) Pompeo approfitta della morte di Crasso e della prolungata assenza da Roma di Cesare per avvicinarsi all'oligarchia senatoria. Nel 52 a.C. il senato romano affida a Pompeo il consolato unico con poteri straordinari per reprimere i continui scontri sanguinari tra le fazioni politiche romane. Da questa nuova posizione di privilegio Pompeo tenta di ridimensionare dalla scena politica anche Giulio Cesare e di allontarlo dal potere militare. Nel 51 a.C. il senato romano ordina a Giulio Cesare di lasciare il comando militare in Gallia e di tornare a Roma come semplice cittadino. In opposizione alla decisione nel 49 a.C. Giulio Cesare varca il fiume Rubicone con l'esercito e si dirige in armi verso Roma.

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