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Prima guerra punica

La prima guerra punica ha inizio nel 264 a.C. con la decisione di Roma di accogliere la richiesta di aiuto dei mamertini di Messina contro i cartaginesi e i siracusani. È la prima delle guerre puniche tra Roma e Cartagine. L'esercito romano sbarca in Sicilia sotto la guida del console Appio Claudio. I romani vantano una superiorità militare sulla terra mentre i cartaginesi, grazie a una potente flotta marittima, la possiedono sul mare. Nel 263 a.C. Gerone II di Siracusa cambia fronte, inizialmente alleato dei cartaginesi decide di passare dalla parte dei romani. Nella battaglia navale di Milazzo del 260 a.C. la flotta romana comandata da Caio Duilio sconfigge quella cartaginese. Pur essendo superiore la flotta cartaginese perde la battaglia a causa dell'utilizzo innovativo dei ponti mobili, detti "corvi", sulle nave romane. I corvi consentono alle navi romani di agganciare quelle cartaginesi e di abbordarle, trasformandole in veri e propri campi di battaglia sull'acqua facendo combattere i soldati romani sulle stesse navi cartaginesi. Nel 256 a.C. i romani tentano l'invasione del Nord Africa ma la spedizione fallisce e lo stesso Attilio Regolo viene catturato e ucciso dai cartaginesi. L'esito della prima guerra punica viene deciso nel 241 a.C. con la battaglia delle Egadi dove i romani al comando di Lutazio Catulo sconfiggono nuovamente i cartaginesi. Al termine della prima guerra punica Cartagine è costretta ad abbandonare i territori in Sicilia e a pagare una indennità di guerra. I romani estendono il proprio territorio alla Sicilia, fatta eccezione per il territorio di Siracusa, facendola diventare la prima provincia romana. Pochi anni dopo, nel 238 a.C., i romani estendono la propria sfera di influenza anche alla Sardegna e alla Corsica, ottenendo il pieno controllo del mar Mediterraneo nord-occidentale.

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Guerre puniche


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