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Pensioni di anzianità

Le pensioni di anzianità sono pensioni erogate ai lavoratori in possesso di specifici requisiti di anzianità contributiva e di età anagrafica. Fino al 2009 le pensioni di anzianità sono riconosciute ai lavoratori dipendenti e ai lavoratori autonomi che nel corso della propria vita lavorativa hanno maturato almeno 35 anni di contributi previdenziali e 58 anni di età (59 anni nel caso dei lavoratori autonomi). Si può accedere alla pensione di anzianità anche in assenza dei requisiti anagrafici purché in possesso di almeno 40 anni di contribuzione. Dal 1° luglio 2009 il sistema di accesso alle pensioni di anzianità è riformato sulla base di un meccanismo crescente di quote che progressivamente innalza, entro il 2013, l'età anagrafica di accesso a 62 anni. Con la riforma delle pensioni viene introdotto anche il nuovo parametro della somma dell'età anagrafica e dell'anzianità contributiva che, partendo da una base iniziale di 95 anni nel 2009 per i lavoratori dipendenti (96 per i lavoratori autonomi), passa progressivamente a 97 anni entro il 2013 (98 per i lavoratori autonomi).

Riforma Monti-Fornero. Nel dicembre 2011 la riforma Monti-Fornero abolisce le quote (età più contributi) per il calcolo della pensione di anzianità ( decreto Monti ). L'accesso anticipato al trattamento previdenziale è consentito soltanto dopo aver maturato 41 anni e un mese di anzianità contributiva nel caso delle donne, 42 anni e un mese nel caso degli uomini, indipendentemente dall'età anagrafica. Questa soglia sarà aumentata progressivamente nel 2013 e nel 2014. Coloro che, pur avendo maturato i requisiti, andranno in pensione di anzianità prima dei 62 anni di età subiranno un decurtamento sull'assegno di pensione del 2% per ogni anno di anticipo.

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Riforma delle pensioni


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