Il pensiero economico socialista

Il pensiero economico socialista si diffonde nel XIX secolo con le lotte operaie. L'affermazione del capitalismo peggiora radicalmente le condizioni di vita della popolazione, creando malcontento nelle classi proletarie e lavoratrici. Agli inizi del XIX nascono i primi movimenti operai e le prime lotte di contestazione in Francia e in Inghilterra.

Le origini del socialismo

Il pensiero socialista si ispira ai modelli utopistici di società cattolica elaborati nel XVI secolo da Moro e Campanella. Questi modelli rappresentano il primo tentativo storico di socialismo reale.

Nota. Il modello di utopia dell'ordine di Moro e Campanella viene applicato nel XVII secolo nella repubblica gesuita in Paraguay.

Le prime teorie economiche socialiste

Agli inizi del XIX secolo il filosofo francese Claude-Henry de Saint-Simon elabora un'idea di società basata sulla meritocrazia e la pianificazione centralizzata. È uno dei primi modelli di socialismo utopico.

Negli stessi anni anche Charles Fourier immagina un'utopia di società comunitaria ed egualitarista, basata sulla libertà individuale e sull'equa redistribuzione del lavoro e del capitale.

Le teorie di Saint-Simon e Fourier sono due visioni estreme del socialismo e in parte inconciliabili.

le teorie economiche socialiste tra le posizioni estreme di Saint-Simon e Fourier

  1. Il socialismo organicista. È caratterizzato dalla presenza di un'autorità centrale ( Stato ) che organizza ogni aspetto della società tramite la pianificazione centralizzata e lo statalismo. È il modello proposto da Saint-Simon.
  2. Il socialismo libertario. È fondato sulla libertà individuale delle persone e sull'egualitarismo. È il modello teorico proposto da Fourier.

Tutte le successive teorie socialiste successive saranno comprese tra queste due posizioni estreme.

Nella prima metà del secolo si diffondono molte altre teorie economiche socialiste, tra loro diverse e alternative. Non c'è ancora una teoria socialista ortodossa.

Le teorie socialiste organiciste

Lo storico francese Sismondi propone l'intervento statale per redistribuire il reddito dai capitalisti ai lavoratori come soluzione delle crisi economiche.

L'economista e ministro prussiano Karl Rodbertus formalizza un modello di socialismo organicista in cui lo Stato fissa i prezzi dei beni e dei salari e redistribuisce il reddito ai lavoratori.

Nota. Rodbertus anticipa di qualche anno la teoria del plusvalore di Karl Marx. Utilizza la teoria del valore-lavoro per spiegare l'origine dello sfruttamento dei lavoratori.

In Inghilterra Robert Owen elabora un modello comunista in cui la proprietà dei mezzi di produzione di fabbrica è in comune tra i lavoratori e l'autorità del governo centrale pianifica ogni aspetto della vita socioeconomica delle persone.

Le teorie socialiste libertarie

Proudhon elabora un modello di socialismo libertario, in cui i lavoratori accedono al credito gratuito e possono fondare e organizzarsi spontaneamente in imprese cooperative artigianali e industriali.

Il filosofo inglese William Godwin immagina una società priva di governo centrale e senza proprietà privata, in cui gli uomini si organizzano in comunità decentrate e indipendenti per soddisfare i propri bisogni personali.

Il socialismo ricardiano

Agli inizi del XIX secolo un gruppo di economisti inglesi, detti socialisti ricardiani, utilizza il giusnaturalismo di Locke e la teoria del valore-lavoro di David Ricardo per criticare il capitalismo.

Secondo questi economisti, la concorrenza dei lavoratori spinge il salario ai livelli minimi di sussistenza.

Pertanto, nel capitalismo il valore della merce non eguaglia il valore del lavoro. È innaturale.

la critica al capitalismo da parte dei socialisti ricardiani

E' probabilmente una delle critiche più dure al capitalismo tra quelle agli inizi dell'Ottocento, perché è costruita usando gli argomenti della teoria classica.

Nota. Nella storia del pensiero economico i socialisti ricardiani sono considerati precursori del pensiero economico di Karl Marx.

La lotta operaia fino al 1848

E' un periodo di forte agitazione ed è caratterizzato da contestazioni che spesso sfociano nella violenza, a causa della netta contrapposizione tra i governi europei di restaurazione post-napoleonica e la nascita dei movimenti operai rivoluzionari.

La differenza tra i movimenti operai francesi e inglesi

Negli anni '20 e '30 del XIX secolo, i movimenti operai inglesi si organizzano come gruppo politico di pressione per conquistare i diritti dei lavoratori e una riduzione dell'orario di lavoro.

In Inghilterra nascono anche i sindacati e le organizzazioni di rappresentanza.

In Francia, invece, lo scontro tra lavoratori e governo è più violento e si trasforma in un'insurrezione armata.

I moti rivoluzionari del '48

La conflittualità raggiunge il massimo con la rivoluzione del 1848, quando i movimenti operai francesi sono soffocati nel sangue.

La lotta operaia fino dopo il 1848

Dopo la sconfitta dei lavoratori nei moti rivoluzionari del 1848, comincia un periodo di tregua e pace sociale tra governi e movimenti operai.

In questi anni si afferma il capitalismo come modo di produzione in grado di produrre ricchezza per il paese ( era del capitale ).

L'opera di sistemazione di Karl Marx

Karl Marx compie un'opera di sistemazione delle varie teorie socialiste alternative per dare vita un'ortodossia socialista.

Grazie al lavoro di Marx, nella seconda metà del XIX si diffonde un'unica teoria economica socialista.

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Il socialismo

  1. Il pensiero economico socialista
  2. Le origini
  3. La scuola marxista
  4. Karl Marx

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