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Origini di Roma

Le origini di Roma. Nel VIII secolo a.C. la comunità di agricoltori e allevatori stanziati stabilmente sul colle Palatino conosce una fase di rapida crescita demografica ed espansione urbana. La conformazione del luogo e i ripidi colli romani garantiscono ai primi villaggi una difesa naturale dagli attacchi esterni. I sette colli che circondano la vallata paludosa ( ove poi sorgerà il Foro Romano ) si presentano come mura naturali. In particolar modo due di questi, il colle del Campidoglio e il colle del Palatino, sono vere e proprie roccaforti. Nel corso del VIII secolo a.C. i vari villaggi sui sette colli si ingrandiscono fino a formare un unico insediamento urbano tra i colli Esquilino, Celio, Viminale, Palatino, Quirinale, Aventino e Capitolino. L'unione dei villaggi latini e sabini è all'origine della città di Roma che consente alle popolazioni locali dei villaggi di difendersi meglio dalle invasioni delle popolazioni vicine e dagli etruschi. L'espansionismo degli etruschi verso sud spinge molte popolazioni sabine a trovare rifugio a Roma contribuendo alla crescita demografica della città. Il ricordo del processo di fusione dei vari villaggi romani viene tramandato nella festa religiosa del Septimontium e dalla stessa leggenda di Roma.

I primi villaggi romani. I primi stanziamenti romani sono composti da gruppi di famiglie al livello di sussistenza. La loro principale fonte di sostentamento si basa sull'economia rurale e pastorizia, la vicinanza del Tevere e delle saline favorisce l'allevamento ovino. Per avere un quadro della situazione basti pensare che le prime 'guerre' tramandate nella leggenda di Roma sono poco più che scontri tra gruppi di pastori o contro bande di razziatori. Al di fuori dei sette colli il territorio è ancora un fitto paesaggio boschivo che isola Roma dalle popolazioni vicine. I primi romani praticano una vita a stretto contatto con la natura. La situazione ambientale non favorisce la crescita dell'agricoltura e gran parte dei coloni segue un'alimentazione composta prevalentemente da selvaggina e dai prodotti del pascolo. E' completamente assente il pane dalle capanne dei primi romani. Dal punto di vista delle risorse minerarie la comunità non gode di particolari vantaggi. Le scarse risorse minerarie, in particolare di ferro, non consentono lo sviluppo immediato dell'artigianato, la prima società romana stenta a uscire dalla cultura del bronzo.

Guado naturale sul fiume Tevere. Il vero punto di forza di Roma è la sua collocazione topografica e la vicinanza al guado naturale sul fiume Tevere dell'isola Tiberina. Nel VIII° secolo a.C. nessuna popolazione latina o etrusca possiede mezzi e competenze sufficienti da poter costruire dei ponti sui grandi fiumi. Per molti secoli il Tevere si erge a confine naturale tra le culture contrapposte del nord (etruschi) e del sud (latini). Il commercio nord-sud passa obbligatoriamente per i guadi naturali. Il guado naturale dell'isola Tiberina è uno di questi e consente il commercio tra nord e sud del Lazio. La navigabilità del fiume Tevere consente, inoltre, anche gli scambi commerciali est-ovest, dalle coste del Tirreno fino alle zone montane dell'alto Lazio occupate dai popoli sabini. Il crocevia dell'isola Tiberina si trasforma così in un crocevia commerciale e culturale. Nei suoi pressi del guado viene costruito un porto, un magazzino per il sale, vari spacci ed empori. La scelta della sponda sinistra (sud) del Tevere non è casuale. Il posto si trova a poca distanza dalla roccaforte naturale del colle Campidoglio, un posto ideale per rifugiarsi in caso di attacchi da parte di ladri e predoni.

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