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Lavoro nella storia antica

Nell'antichità il lavoro ha una concezione diversa da quella attuale. Per gran parte delle società del mondo antico il sistema di produzione è basato sull'impiego della schiavitù come forza lavoro. Quando non si tratta di schiavitù è comunque inteso come lavoro costrittivo o sacrificio. Ad esempio, nella Bibbia l'uomo viene cacciato dal paradiso e condannato al lavoro. Lo stesso creatore dopo sei giorni di lavoro si riposa il settimo giorno. Nella società greca e in quella romana il lavoro resta perlopiu un'attività manuale relegata agli schiavi, disprezzata dagli uomini liberi che, al contrario, dedicano la propria vita a obiettivi e interessi superiori. Non a caso, ancora oggi, in molte lingue latine e dialetti la parola lavoro è accostata alla fatica (faticare) e al travaglio (travailler). Nella società greca e romana la stessa amministrazione della ricchezza familiare ( economia ) è affidata agli schiavi più colti e più fidati. Questi ultimi spesso sono liberati dalla condizione di schiavitù, pur restando al servizio del loro ex padrone, ed accumulano anche grandi risorse personali. Sono, invece, già conosciuti i benefici della divisione del lavoro in quanto gli uomini sono intrinsecamente differenti. Le diverse capacità individuali rendono gli uomini più portati a svolgere un compito piuttosto che un altro.

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