Interpretazione analogica

L'interpretazione analogica è una interpretazione giuridica che prende in considerazione le norme giuridiche che disciplinano casi simili o materie analoghe. Pur trattandosi di fattispecie diverse il giudice può ricercare una corrispondenza tra gli elementi sostanziali ed interpretare la volontà del legislatore. Si ricorre all'interpretazione analogica quando la legge non si pronuncia espressamente per regolare una controversia. In tali casi il giudice è comunque tenuto a pronunciarsi sulla controversia ricorrendo all'analogia (procedimento analogico). Dapprima si procede all'interpretazione analogica su casi simili a quello da decidere (analogia legis) e successivamente, se permane il dubbio, si decide sulla base dei principi generali dell'ordinamento giuridico (analogia iuris). Si può ricorrere all'analogia soltanto in due condizioni:

  • se la situazione da giudicare non è disciplinata da alcuna norma giuridica;
  • se esiste una norma giuridica che regola casi simili o materie analoghe;

Questi due elementi sono indispensabili per ricorrere all'analogia. Il ricorso all'interpretazione giuridica presuppone l'assenza di norme giuridiche sulla disciplina del situazione (lacuna del legislatore) e la somiglianza tra la situazione da disciplinare e la fattispecie prevista dalla legge. L'interpretazione analogica non è prevista nelle leggi penali sfavorevoli al reo e per le norme eccezionali. Nell'ordinamento giuridico italiano l'interpretazione giuridica è disciplinata dall'articolo 12 delle Preleggi.

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