Il Settecento e l'Illuminismo letterario

Gli influssi della rivoluzione scientifico-matematica che consacrerà il metodo d'indagine empirico e razionale nel Settecento, si propagheranno anche in altri ambiti, compreso quello letterario. La ragione subentrerà alla fede, quale criterio di verifica cui sottoporre ogni enunciato dell'intero scibile umano. L'intellettuale del 700 diventerà cittadino del mondo, filantropo e cosmopolita con la volontà di conoscere e superare le diversità tra popoli, mentre la stessa conoscenza sarà strettamente connessa con l'esperienza e quindi improntata alla tolleranza e al riscontro fattuale (verum factum, sostiene Vico). Gli illuministi, difatti, sono intellettuali orientati a sottoporre l'intera realtà al vaglio della ragione, unico lume in grado di far luce sulle tenebre dell'ignoranza e della superstizione. La produzione letteraria si fa esempio concreto, esperienza del vero e acquisisce pertanto un fine educativo, a differenza dell'evasivo disordine e della finzione propri del seicentesco gusto barocco. Trionfano il classicismo petrarchesco del verosimile con intento moralizzatore, il buon gusto, la semplificazione del lessico, che eviterà rricadute verso il basso o impennate altisonanti, e la metrica tradizionale con ricorso a tecnicismi quali chiasmo ossimoro e antitesi, orientati a razionalizzare, a moderare i contenuti emotivi. Un intento moralizzatore lo si può scorgere, per esempio, nelle commedie teatrali di Goldoni, la cui moderata comicità parrebbe indurre alla correzione dei vizi e delle nevrosi di certa borghesia. La poesia sensistica del Parini è, invece, orientata alla descrizione di una nobiltà decaduta e degenerata, per la quale si propone una forma di rieducazione, all'insegna di un illuministico riformismo moderato. Furono difatti proprio gli intellettuali illuministi per primi a non riconoscersi negli esiti tragici della Rivoluzione francese, a cui il loro pensiero aveva fatalmente condotto la Francia. Ed è appunto la lotta titanica ed eroica individuale contro l'oppressione e l'iniquità della tirannide ad ispirare invece l'opera dell'Alfieri, illuminista nel suo anelare ad una infinita grandezza e una sconfinata libertà.

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