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Guerre romano-macedoniche

Le guerre romano-macedoniche ( guerre macedoniche ) si svolgono nel III e nel II secolo a.C. in Macedonia. Dal 228 a.C. i romani controllano l'Illiria e il canale d'Otranto, avendo così facile accesso alla regione greco-macedone. Nella prima guerra macedonica i romani sconfiggono i macedoni di Filippo V (205 a.C.) confermando la propria egemonia nella regione. La seconda guerra macedonica ha inizio nel 200 a.C. con la richiesta di aiuto da parte di Atene. I romani sconfiggono nuovamente i macedoni di Filippo V nella battaglia di Cinocefale (197 a.C.) obbligandoli al pagamento delle indennità di guerra e alla consegna della flotta. La seconda guerra macedonica consente ai romani di sostituirsi ai macedoni nell'egemonia sulle poleis greche. L'ascesa al trono di Macedonia del re Perseo, figlio di Filippo V, segna un nuovo e ultimo periodo di ostilità tra Roma e la Macedonia. La terza guerra macedonica scoppia nel 171 a.C. e si conclude con la vittoria romana nella battaglia di Pidna (168 a.C.). La Macedonia viene occupata dalle truppe romane, perde la sua indipendenza e viene, infine, suddivisa in quattro repubbliche alleate con Roma.

Guerra romano-siriana. Tra la seconda e la terza guerra macedonica i romani continuano a combattere in Grecia contro le truppe del re di Siria Antioco III che si rifiuta di riconoscere l'egemonia romana sull'area. I romani sconfiggono le truppe siriane nella battaglia delle Termopili (191 a.C.) e successivamente sbarcano in Siria sconfiggendo nuovamente l'esercito di Antioco III nella battaglia di Magnesia (190 a.C.)

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