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Guerra di Corinto

Nel 394 a.C. la flotta persiana a capo dell'ateniese Conone sconfigge e annienta definitivamente la flotta lacedemone nella battaglia di Cnido. Si conclude in tal modo il breve periodo di supremazia marittima di Sparta. La vittoria di Cnido suggella anche l'alleanza tra Atene e la Persia. Nel 395 a.C. Artaserse di Persia dona 500 talenti ad Atene per la ricostruzione delle "lunghe mura" di protezione della città e del porto del Pireo, distrutte pochi anni prima da Sparta. Tornato in patria, Conone rilancia il partito della guerra e l'ambizione di ricostruire la potenza ateniese di un tempo. In breve tempo Conone riesce a riportare ad Atene le cluruchie di Imbro, Lemno e Sciro, impegnando gli ateniesi nella guerra di Corinto. La politica espansionistica di Conone, tuttavia, alimenta i timori della Persia di una possibile rinascita della lega marittima. Per evitare questo rischio nel 391 a.C. i persiani arrestano Conone a Sardi. L'uscita di scena di Conone non cessa comunque la guerra in corso. Il comando delle operazioni militari ateniesi viene affidato a Trasibulo che consegue diverse vittorie riconquistando il controllo del Bosforo. Lo stesso Trasibulo viene però ucciso per le sue continue vessazioni a danno delle colonie. Negli anni successivi la guerra si blocca in una fase di stallo, dando spazio alle trattative di pace alla ricerca di un accordo comune tra ateniesi, spartani e persiani. Alla pace si giunge nel 386 a.C. con la pace di Antalcida.

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