Era del capitale

L'era del capitale è un periodo della storia economica intercorso dal 1850 al 1870. Si tratta di un ventennio in cui il capitalismo si diffonde nei sistemi economici dei paesi più sviluppati, in particolar modo in Europa e in America.

The Age of Capital

Questo periodo viene definito "Era del capitale" ( The Age of Capital ) per la prima volta dallo storico britannico Eric Hobsbawn. Segna l'affermazione della borghesia inglese sulle altre classi sociali e il dominio del sistema capitalistico nella metà del XIX secolo.

La fine delle rivoluzioni del 1848

Le rivoluzioni nei moti e le rivendicazioni proletarie del 1848 sono represse con la forza. Nel periodo immediatamente successivo, comincia un periodo di armonia e pace sociale. La classe sociale borghese, industriale e capitalista, può contare su un successivo periodo di relativa stabilità.

Ai movimenti sindacali sono riconociute diverse concessioni in cambio della collaborazione con i capitalisti. Le più importanti sono la riduzione dell'orario di lavoro a 10 ore e il diritto di sciopero.

Con l'ascesa economica e l'egemonia politica della classe borghese muta anche il quadro politico dei paesi europei. Ai vertici dei governi non siedono più soltanto i rappresentanti dell'aristocrazia ma anche quelli della borghesia industriale.

L'interesse nazionale si sposta dalla difesa della rendita terriera degli aristocratica a quella delle strutture industriali e dell'interesse dei capitalisti. Il potere economico dei capitalisti domina su quello politico.

L'Inghilterra è la prima nazione industriale nel mondo

Il Regno Unito è il primo paese ad aver avviato la rivoluzione industriale, a partire dalla fine del '700, ed è l'unico paese industriale avanzato sullo scenario mondiale alla metà del XIX secolo.

L'Inghilterra è consapevole della sua posizione di dominio e abbandona ogni politica protezionistica per sostenere la libertà degli scambi commerciali con l'estero.

Nota. Questo ruolo è ben evidente durante l'esposizione mondiale del 1851 a Londra, dove l'Inghilterra può presentare i suoi notevoli passi in avanti compiuti nel settore della produzione delle merci e, più in generale, della tecnologia.

La nascita di diversi modelli di capitalismo

Gli altri paesi europei sono costretti a inseguire l'Inghilterra e avviando in forte ritardo i loro piani di sviluppo economico-industriale.

A partire dal 1850 si registra una rapida accelerazione della concentrazione del capitale e un'intensificazione dell'accumulazione in diverse parti del mondo.

La presenza di un paese già sviluppato industrialmente, come l'Inghilterra, costringe gli altri paesi ad avviare dei percorsi di sviluppo economico diversi rispetto a quello inglese.

Per questo motivo, nel ventennio dal 1850 al 1870, si affermano diversi modelli di capitalismo industriale. In particolar modo, in Francia, in Germania e negli Stati Uniti d'America.

Gli economisti dell'era del capitale

I principali esponenti di questa corrente del pensiero economico sono i seguenti:

  1. Fréderic Bastiat. Le tesi dell'economista e filosofo francese a sostegno del capitalismo e della proprietà privata riscuono una grande popolarità nella metà del '800. In particolar modo, l'autore è celebre per i suoi articoli giornalistici polemici e critici nei confronti del protezionismo e del socialismo.
  2. Henry Charles Carey. È un consigliere politico del governo statunitense, molto influente nella sua epoca. Sostiene il capitalismo e il protezionismo. Secondo Carey, il capitalismo determina l'armonia di interessi tra lavoratori e capitalisti.
  3. Francesco Ferrara. Ferrara è un politico liberale e un economista liberista italiano. Dalle sue lezioni si forma la prima generazione di economisti italiani. È un convinto sostenitore del liberismo e del capitalismo. Rifiuta la teoria classica oggettivistica del valore ed è elabora al suo posto una teoria del valore soggettivistica. È considerato uno dei precursori italiani della scuola neoclassica e del marginalismo.
  4. John Elliot Cairnes. È un economista irlandese. Come J.S. Milla tenta un'opera di sistemazione e revisione della teoria classica dell'economia.
  5. Henry Fawcett. È un economista e politico inglese di impostazione liberale, seguage di J.S. Mill, e convinto difensore del laissez faire.
  6. John Stuart Mill. E' uno dei più importanti economisti dell'era del capitale. Si occupa di riesaminare interamente la teoria economica classica per unificare e armonizzare i dibattiti avvenuti nella prima metà del XIX secolo.

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