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Ascesa di Pompeo

Nel periodo successivo alla dittatura di Silla si evidenzia l'ascesa di Gneo Pompeo, già ufficiale di Silla nella guerra civile romana (82 a.C.). Nel 78 a.C. il console Marco Emilio Lepido, ex sillano passato dalla parte dei democratici, tenta di smantellare la costituzione sillana e restituire le terre confiscate ai proscritti. Nel 77 a.C. Lepido si mette a capo di un esercito di insorti italici dell'Etruria e della Gallia Cisalpina per marciare verso Roma. Il senato romano affida la difesa della città a Catulo e al suo lungotenente Gneo Pompeo. Sul campo di battaglia le truppe dell'esercito di Pompeo sconfiggono quelle di Lepido e Pompeo trasforma la vittoria militare in un successo personale. Nel 76 a.C. il senato affida a Pompeo il compito di soffocare l' insurrezione in Spagna dei lusitani di Quinto Sertorio e nel 73 a.C. quello di affrontare la rivolta degli schiavi di Spartaco ( guerra servile ). I successi nelle campagne militari consentono a Pompeo di rientrare a Roma in trionfo. Decide di candidarsi alla carica di console, pur non avendo tutti i requisiti per farlo, ma la sua notorietà è ormai vista con sospetto da parte della nobiltà romana ( nobilitas ) e della classe senatoria. Per allargare il consenso politico Gneo Pompeo si schiera dalla parte dei popolari e dei cavalieri, appoggia le riforme democratiche e lo smantellamento della costituzione sillana e nel 70 a.C. viene eletto al consolato insieme a Crasso. I due consoli godono del pieno appoggio della plebe e dei cavalieri. Nel consolato di Pompeo e di Crasso viene restaurato il potere dei tribuni della plebe e la classe equestre torna ad accrescere progressivamente il proprio potere politico nell'esercizio delle magistrature. Nel 67 a.C. viene affidato a Pompeo il compito di guidare la repressione della pirateria nel mar Mediterraneo e nel 66 a.C. quello di combattere in Oriente contro il re del Ponto, Mitridate, nell'ultima guerra mitridatica che vale a Roma l'annessione dell'intera regione, la nascita di nuove province romane in Siria e in Giudea (64 a.C.) e la sottomissione dell'Armenia e della Bitinia. Lo stesso Mitridate, ormai sconfitto, si toglie la vita. Il successo nella seconda guerra mitridatica consente a Pompeo di tornare a Roma nel 62 a.C. ricevendo trionfi in ogni città romana e gli onori riservati soltanto ai grandi condottieri romani. Le sue conquiste in Oriente estendono il dominio romano fino all'Eufrate facendo affluire nuove e immense ricchezze nelle casse dello Stato.

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